ARTICOLO - I giornali di trincea

Articolo - Roma

Dopo la rotta di Caporetto dell’ottobre del 1917, le ripercussioni sociali e politiche all’interno del Paese furono enormi. In ambito militare il generale Luigi Cadorna venne sostituito come comandante supremo da Armando Diaz il quale prese subito provvedimenti per rianimare il morale delle truppe, prestando una maggiore attenzione alle diverse esigenze dei soldati.
Oltre a migliorare il vitto, ad aumentare e regolare le licenze, venne anche potenziato il servizio di propaganda (“servizio P”) che fu svolto prevalentemente da intellettuali, insegnanti, ufficiali e abili disegnatori con l’intento di illustrare ai soldati le ragioni della partecipazione italiana alla guerra, e che si concretizzò specialmente nella pubblicazione dei giornali di trincea.

 

Si procedette, in tal modo, all’implementazione e al perfezionamento di uno strumento come quello dei giornali di trincea, lasciato fino a quel momento all’iniziativa privata, mediante il supporto della struttura organizzativa dell’esercito.
Vennero così create una serie di testate con elevata tiratura e con innumerevoli elementi redazionali, che superarono in qualità e quantità i fogli stampati negli anni passati e che ebbero come destinatari i vari Corpi d’Armata che componevano il Regio Esercito italiano. Il registro narrativo di questi testi era duplice: da un lato vi erano le sezioni più colte destinate solo agli ufficiali, e dall’altro sezioni più didascaliche destinate alla truppa, che tenevano conto del fatto che più di un terzo degli arruolati era analfabeta.

 

Una delle caratteristiche più evidenti dei giornali di trincea fu quella relativa alla loro volatilità: spesso editi per pochi numeri, questi esemplari seguivano gli spostamenti delle truppe in costante movimento. Quasi ogni armata aveva il proprio giornale e, inoltre, ve ne erano anche alcuni redatti da piccolissimi reparti o singoli divisioni. I giornali di trincea educavano, istruivano e divertivano i fanti i quali vedevano celebrati, in quelle pagine, tutti i propri sacrifici in trincea.

La Tradotta, legata alla III Armata, era, tra i vari giornali, la testata di lusso, quella più diffusa e più letta, sia in trincea che nel Paese e con essa collaborarono scrittori e designatori ben conosciuti al grande pubblico. Oltre a La Tradotta tra le altre note testate vi erano: L’Astico, della IX Divisione e della I Armata, che poteva vantare tra i propri redattori lo scrittore Piero Jahier e il pedagogista Giuseppe Lombardo Radice; La giberna, un settimanale di otto pagine che si rivolgeva all’intero Esercito; La trincea, settimanale dei soldati del Grappa della IV Armata; La ghirba, della V Armata, diretto dal futurista Ardengo Soffici; il Signor sì, dell’Armata degli Altipiani, che pubblicava soprattutto novelle, racconti e poesie; Il razzo della VII Armata; il San Marco, periodico trimestrale dell’VIII Corpo d’armata; Sempre avanti, organo del II Corpo d’Armata che combatteva in Francia; il Savoia!, del XXVIII Corpo d’Armata; L’Eco della Trinea, settimanale del XIV Corpo d’Armata.

 

All’interno di questi giornali trovarono spazio diversi temi: nelle varie rappresentazioni iconografiche la donna assunse molto spesso le sembianze di madre, di sorella e di moglie, vittima della violenza austriaca e simbolo della violazione del territorio patrio occupato dal nemico dopo Caporetto; si coltivò ed enfatizzò il pregiudizio e l’antagonismo contro il nemico austro-tedesco facendo ampio uso di raffigurazioni e metafore religiose che prendevano di mira soprattutto il Kaiser Guglielmo II; nelle didascalie e nei disegni non mancarono accenni impliciti alla vita quotidiana in trincea e alle motivazioni legate alla guerra da combattere; trovarono posto nelle narrazioni anche i concetti di Patria e di Re, che seppur non così predominanti se paragonati ad altri temi, servirono ad innalzare il livello del linguaggio utilizzato dagli autori degli articoli.

 

Attraverso i giornali di trincea venne creata una propaganda efficace, secondo codici narrativi semplici e standardizzati, che si rivolgeva a un pubblico vasto e sensibile verso le parole d’ordine e le tematiche proposte. Va sottolineato anche il diverso orientamento politico di alcuni di questi giornali, che rispecchiavano ovviamente le posizioni dei relativi produttori e redattori: LAstico e La giberna, per esempio, erano democratici e wilsoniani, e auspicavano con la fine della guerra la nascita di una nuova Europa; Il grappa e il San Marco, invece, assunsero prevalentemente una posizione nazionalista, enfatizzando il tema legato alla grandezza d’Italia e sollecitando l’espansionismo territoriale della nazione; il Bollettino del soldato approfondì delicate e infuocate tematiche quali l’irredentismo dalmata e l’etnocentrismo.

 

Il fenomeno dell’utilizzo del giornale di trincea come strumento ufficiale di propaganda non fu solo italiano; tutte le altre nazioni impegnate nel conflitto produssero i propri fogli che avevano come principale obiettivo quello di sollevare il morale dei rispettivi soldati: ad esempio in Francia il primo giornale satirico pubblicato fu La Bajonnette, nel 1915, che poté vantare la collaborazione di alcune tra le firme più celebri di quegli anni; in Germania ampia diffusione ebbe il Simplicissimus, brillante settimanale di satira politica; in Austria il più letto al fronte fu il Die Muskete, un settimanale umoristico illustrato, mentre il Wipers Times fu il più diffuso tra le truppe britanniche.

In tutte le nazioni la produzione e la diffusione dei giornali di trincea nel corso del conflitto divenne un chiaro e soddisfacente esempio di comunicazione di massa che, applicata dal potere politico e militare, mise in evidenza tutte le proprie potenzialità.

 

 

Siti e pagine web consultate (anno 2018)

Portale Storia e Memoria di Bologna
https://www.storiaememoriadibologna.it/i-giornali-di-trincea-814-evento

Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea
http://www.bsmc.it/grandeguerra/doc/giornali%20per%20soldati.htm

La tradotta del Friuli Venezia Giulia
https://latradottafvg.blogspot.com/2014/02/i-giornali-di-trincea-1915-1918.html

Museo della Satira e della Caricatura
http://www.museosatira.com/archivio/giornaliditrincea/schede.html