Monumenti e lapidi

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Ente competente:
Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio (con esclusione della città di Roma)
Definizione del bene:
lapide commemorativa ai caduti
Luogo:
Lazio, Blera (VT), Piazza Santa Maria
Data:
sec. XX | 1921
Autore:
scultore: Tamagnini Torquato, 1886/ 1965
Committenza:
Comune di Blera
Materia e tecnica:
bronzo; marmo
Misure:
cm 200x200;
Soggetto:
allegoria della Vittoria
Descrizione del bene:
Il Monumento è costituito da una lapide in marmo nella cui parte superiore è posta una in bronzo figurata, a sinistra, e iscritta, a destra. Nella parte bassa della lastra in marmo sono incisi i nomi dei caduti biedani.
Descrizione iconografica:
Allegorie: Vittoria. Figure: putto. Simboli: fascio littorio. Attributi (Vittoria) tunica. Araldica: targa di Trento; targa di Trieste. Vegetali: tralcio di quercia
Trascrizione:
targa in bronzo, in basso a sinistra e in basso a destra: T. TAMAGNINI ROMA
targa in marmo, in basso: CADDERO PER UNA PIÙ GRANDE ITALIA/ / NEGLI ANNI 1915-1918 / BIEDA / NE RICORDA ORGOGLIOSA I NOMI / ALBERTI MARIO SOT. TEN. / ALBERTI GIOVANNI " / CENCIARINI GIOVANNI SER. / CIANCALEONI GIUSEPPE SOL. / COLOMBRINI OTTORINO " / DE SANCTIS DOMENICO " / GILIOTTI MICHELE " / LANCIONI NICOLA " / MANTOVANI ANGELO CAP./ MANTOVANI VINCENZO SOL. / MARINI MARIO " // MENCARELLI NICOLA SOL. / OTTAVIANELLI DOMENICO " / POLIDORI GIUSEPPE " / ROMITELLI DOMENICO " / ROSSI VIVENZIO " / SABATINI AUGUSTO " / SANTELLA DOMENICO " / SARNÀ GIUSEPPE " / SORCHETTI SESTILIO " / TARANTA ALFREDO SER. / TORELLI GREGORIO SOL. / BALLONI SESTO " / CANELLI MICHELE " / DE SANCTIS ROMANO " / FABBRI FRANCESCO " / JONA FRANCESCO GUA. FIN. / LAZZARI GREGORIO SOL. / MARINI FRANCESCO CAP. / POLIDORI GIOVANNI SOL. / POLIDORI DOMENICO " / POLOZZI MARIO CAP. M. / SCAFA FRANCESCO SOL.
targa in bronzo, a sinistra: COMANDO SUPREMO / INDIETRO IL NEMICO FUGGENTE / NELLA PIANURA. S.A. IL DUCA D'AOSTA AVANZA RAPIDAMENTE ALLA TESTA DELLA SUA INVITTA III ARMATA / ANELANTE DI RITORNARE SULLE POSIZIONI DA ESSA GIA' GLORIOSAMENTE CONQUISTATE E CHE MAI AVE-/ VA PERDUTE. / L'ESERCITO AUSTRO-UNGARICO E' ANNIENTATO. ESSO HA SUBITO PERDITE GRAVISSIME NELL'ACCANITA / RESISTENZA DEI PRIMI GIORNI DI LOTTA E NELL'ISEGUIMENTO. HA PERDUTO QUANTITA' INGENTISSIME / DI MATERIALE DI OGNI SORTE E PRESSOCHE' PER INTERO I SUOI MAGAZZINI ED I DEPOSITI HA LA- / SCIATO FINORA NELLE NOSTRE MANI CIRCA TRECENTOMILA PRIGIONIERI CON INTERI STATI MAGGIORI E / NON MENO DI CINQUEMILA CANNONI . / I RESTI DI QUELLO CHE FU UNO DEI PIU' POTENTI ESERCITI DEL MONDO RISALGONO IN DISORDINE E / SENZA SPERANZA LE VALLI CHE AVEVANO DISCESO CON ORGOGLIOSA SICUREZZA. / DIAZ
Notizie storico-critiche:
IL 22 dicembre 1915 il Consiglio Comunale di Blera, fidando forse in una veloce fine della guerra, stabilì che si dovesse onorare nel marmo il nome dei cittadini biedani che sarebbero caduti nel conflitto. La deliberazione fu ripresa il 25 giugno del 1919 in cui Consiglio e Giunta decisero congiuntamente di celebrare in primavera la memoria dei caduti con funerali solenni e con una lapide. Ma, mentre, la cerimonia religiosa fu regolarmente officiata il 27 luglio, per il ricordo marmoreo si dovette aspettare il 1921. La scelta di realizzare una lapide piuttosto che un monumento fu obbligata visto il tracciato topografico della cittadina tutta stretta tra Porta Marina e Porta Romana. Il Sindaco, quindi, in esecuzione della deliberazione del 25 giugno, il 12 luglio 1919 contattò due importanti officine artistiche, l'Officina Corinthia di Roma e l'Officina D'Arte Mario Nelli di Firenze, per avere modelli e preventivi. Sembra che a tali richieste rispondesse la sola Corinthia con invio di fotografie e modelli che, infatti, divenne l'unica referente per il monumento. Qualche equivoco, però, nacque tra la casa d'arte e il sindaco a causa dei diversi indirizzi della ditta il cui artista, Torquato Tamagnini, aveva studio in Piazzale Flaminio, mentre l'Officina d'Arte era domiciliata in via degli Aragonesi e la fonderia aveva sede a Napoli. Una volta sciolto l'equivoco, ma siamo già al 28 luglio 1920, il Sindaco scelse la lapide con il Comunicato della Vittoria del Generale Diaz, da applicarsi a una lastra di bardiglio tipo "Modello Monumentale m.1,76 per 1,12" con incisi i nomi dei caduti. L'intenzione era di inaugurarla il 5 settembre. Il 5 agosto, però, la trattativa tra il Comune e l'Officina Corinthia risulta ancora aperta, tanto che l'Officina comunicò il prezzo dell'opera: 2.960 lire totali, di cui 2.000 per la sola targa Diaz in bronzo. Il 29 ottobre il Sindaco diede il proprio assenso all'acquisto, ma i costi, a causa della crescente inflazione, erano già lievitati a 3.500 lire. La ditta il 4 novembre assicurò la consegna della targa in tempi brevissimi; nonostante ciò le date d'inaugurazione si succedettero l'una all'altra, fino a realizzarsi il 20 marzo 1921. Per tale giorno partirono gli inviti di rito, al Re, a Giovanni Giolitti, Capo del Governo, a Ivanoe Bonomi, Ministro della Guerra, che, ovviamente, declinarono l'impegno. Più pronte ad intervenire le autorità locali: il colonnello Francesco Togni, Comandante del Presidio di Viterbo, Don Augusto Torlonia, Principe di Civitella Cesi, Randaccio, Presidente del Tribunale di Viterbo, Pietro Mauro, Capitano dei CC.RR. di Viterbo, Giulio Paganini, Sindaco di Viterbo e Presidente della Banca Cimina. La vicenda è riassunta con dovizia di particolari in Mantovani 1994. La lapide col Bollettino Diaz, ideata dallo scultore perugino Torquato Tamagnini, ebbe un grande successo e fu adottata anche, ad esempio, dal Comune di Gallese. Attraverso un linguaggio simbolista, leggero e brioso, l'artista rende efficacemente l'idea che la Vittoria abbia portato ad un'Italia unita (le verghe del fascio littorio che il putto le porge) con l'annessione delle città "redente" Trento e Trieste, verso i cui emblemi, poggianti su rami di quercia, la Vittoria stessa allunga il braccio.
Codice identificativo:
1209845561
Nome del file:
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