Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi

La prima acquisizione che rappresentò il nucleo su cui si stratificò nel tempo la collezione sonora della Discoteca di Stato, istituita nel 1928, fu una raccolta/antologia di “voci illustri” realizzata qualche anno prima, tra il 1924 e il 1925. Questa raccolta molto aveva a che fare con il conflitto mondiale da poco conclusosi.

 

Le voci registrate erano quelle di Luigi Cadorna, Armando Diaz e di altre personalità militari componenti lo Stato Maggiore dell'esercito italiano insieme ad alcune testimonianze di politici legati sempre a quegli avvenimenti come Vittorio Emanuele Orlando (la più antica registrazione di un primo ministro italiano) e Tommaso Tittoni. Oltre a questo fondo discografico storico nella collezione della Discoteca di Stato (oggi Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi) sono presenti tutti i vari temi sonori/audiovisivi aventi un legame con le vicende della Grande Guerra.

 

Frequentemente i canti e le musiche riprendevano la tradizione di derivazione risorgimentale e si intrecciavano con l'espressività sonora e vocale propria dei canti di montagna. I canti e i cori degli Alpini - una miscela tra quelli di derivazione popolare montanara e del corpo militare attinente - saranno quelli che probabilmente renderanno più a lungo e costantemente, i temi più originali della musicalità sorta nelle trincee. La drammaticità dello stile dell'esecuzione dei cori degli Alpini esprimerà perfettamente la ancor più grande drammaticità della guerra.

 

Canti e cori verranno pubblicati  prima su dischi a 78 giri e successivamente, fino ai nostri giorni, sui nuovi supporti nati nel tempo.

 

La leggenda del Piave è probabilmente tuttora la musica e il canto più immediatamente associato alla Prima guerra mondiale. Scritta nel giugno del 1918 da E.A. Mario,  diventerà, appunto, la più famosa canzone e il vero e proprio inno della Grande Guerra e progressivamente una sorta di inno nazionale italiano anche durante la guerra di liberazione e nell'Italia repubblicana.

 

Accanto a queste composizioni, con al centro la guerra, vi fu anche una creatività musicale “intimistica” in cui lo spirito tristemente nostalgico è il sentimento prevalente tra chi si ritrovò, suo malgrado, a combattere una guerra colma di connotazioni nazionalistiche poco condivise a livello popolare. Una delle canzoni più note di questo filone è 'O surdato 'nnammurato’, scritta nel 1915, che accompagnò i soldati italiani nella entrata in guerra. Essa evoca magnificamente lo spirito nostalgico e intimista presente tra chi si trovò catapultato a combattere una guerra ricca di connotazioni nazionalistiche non sempre comprese. Oltre a questo fulgido esempio musicale c’è da annoverare il rilevante repertorio cosiddetto cameratesco “da caserma”, che si andò via via consolidando. Questi canti e queste musiche diverranno le più famose di quel drammatico periodo e verranno riproposte negli anni a venire, anche “ufficialmente”, per celebrare la memoria della grande guerra.

 

Vi furono molto presto produzioni discografiche di canti dalle trincee eseguiti addirittura direttamente da ex combattenti, come nel caso, ad esempio, di una famosa pubblicazione della Columbia dal titolo appunto “Canti di trincea”, una edizione di due dischi con i brani tra i più rappresentativi della tradizione musicale quindicidiciottesca che si andava consolidando tra gli anni Venti e Trenta.

 

Accanto alle parole musicate e ai canti, vi furono anche esperienze durante e nell'immediato dopoguerra di pubblicazioni discografiche contenenti brani esclusivamente vocali. Riletture di testi, ma più che altro lettura/declamazione di discorsi pronunciati durante la guerra da personalità o ricostruzione di situazioni realmente (più o meno) accadute, le cosiddette scene dal vero, una vera e propria comunicazione - spesso con fini di propaganda, in tempo (abbastanza) reale - degli avvenimenti che si svolgevano sui fronti bellici.

 

Una produzione, questa delle scene dal vero, che sicuramente non al tempo della loro originale pubblicazione, ma una volta divenuti dischi a 78 giri oggetti pregevoli di antiquariato, ascoltarli in epoche successive ha potuto generare equivoci sulla originalità della voce registrata (le stesse case fonografiche del tempo in parte mantenevano una certa ambiguità in merito).

 

L’intera collezione sul portale 14-18 è raggiungibile attraverso il seguente link: http://www.14-18.it/registrazioni-sonore

 

 

 

Discoteca di stato