Archivio di Stato di Piacenza
Documentazione dell'Archivio di Stato di Piacenza
Le risorse consultabili su 14-18
La documentazione che l’Archivio di Stato di Piacenza mette a disposizione sul portale “14-18 Documenti e immagini della Grande Guerra” proviene dal fondo archivistico “Distretti militari di Piacenza e di Parma: Registri e ruoli matricolari: 1842-1945”.
La documentazione è stata versata in fasi successive dal Comando di distretto militare di Piacenza e poi dal Centro documentale di Bologna. La presenza delle carte che si riferiscono al territorio di Parma è determinata dal fatto che nel 1954 il Comando di distretto militare di Parma fu soppresso e aggregato a quello di Piacenza, che ne assorbì le funzioni e ne ereditò la documentazione precedentemente prodotta.
Sul sito 14-18 sono stati riversati i dati delle schede anagrafiche e le relative immagini dei fogli matricolari e dei volti dei caduti piacentini estrapolati dalla banca dati “Diamo un volto ai caduti piacentini”, pubblicata sul sito www.piacenzaprimogenita150.it.
È stata presa in considerazione la situazione amministrativa attuale della provincia di Piacenza e cioè i 47 comuni. Non sono stati considerati quei comuni già piacentini nel 1915 ma che oggi dipendono da altre province, Parma e Pavia. Sono stati invece inclusi i comuni di Bobbio, Cerignale, Cortebrugnatella, Ottone e Zerba che diventano piacentini dal 1923.
Le immagini dei volti sono state ricavate dagli albi d’oro fotografici, realizzati intorno agli anni Venti e Trenta del secolo scorso per commemorare i reduci e i caduti dei vari Comuni. La loro struttura è quasi sempre identica: su sfondo nero si raccolgono le foto dei militari partiti per il fronte: al centro gli eroi caduti, intorno i reduci; in alcuni casi sono presenti anche i mutilati. Un cartiglio riporta il nome del Comune e gli estremi cronologici del conflitto in numeri romani. Nella parte superiore il re Vittorio Emanuele III è rappresentato fra i generali Diaz e Cadorna. In alcuni casi in basso è presente il ritratto di Mussolini e di Carlo Delcroix.
Ulteriori immagini di caduti sono state recuperate da pubblicazioni monografiche e dalle pagine del quotidiano piacentino Libertà, che già dal 1915 aveva iniziato a stampare le foto dei caduti con un breve ricordo commemorativo.
Il Contesto
L’Archivio di Stato di Piacenza conserva la documentazione prodotta dalle amministrazioni periferiche preunitarie e dagli Uffici statali presenti nel territorio della Provincia di Piacenza. I fondi archivistici, versati periodicamente secondo la loro tipologia, sono destinati alla conservazione permanente, alla libera fruizione da parte dei cittadini, e alla valorizzazione tramite mostre e laboratori per le scuole di ogni ordine e grado e per la formazione permanente di adulti. L’Archivio conserva anche gli atti prodotti dai notai anteriormente agli ultimi cento anni, risalendo fino al XIII secolo, nonché la documentazione prodotta da enti estinti o soppressi. Di grande interesse il catasto particellare impiantato in epoca napoleonica e terminato con la restaurazione del Ducato di Parma e Piacenza, e il fondo del Distretto militare di Piacenza e Parma con i ruoli matricolari dal 1842 al 1945, i fascicoli militari dalla fine dell’Ottocento al 1970 e la documentazione dell’Ospedale militare di Piacenza con tutti gli ospedaletti da campo ad esso afferenti durante le due guerre mondiali.
All’Archivio di Stato sono stati depositati anche molti archivi notificati di famiglie nobili locali oltre all’archivio storico del Comune e della Provincia di Piacenza. Per questo si può definire l'istituto “Archivio della città” in quanto qui è conservata gran parte della documentazione cittadina.
Nell’ambito del progetto di valorizzazione del patrimonio documentario sulla Prima Guerra mondiale, finanziato dalla Direzione generale Archeologia belle arti e paesaggio del MIC (Bando 2018), Patrizia Anselmi ha coordinato per l’Istituto la realizzazione della banca dati “Diamo un volto ai caduti Piacentini” con le immagini dei fogli matricolari e dei volti dei militari caduti acquisiti digitalmente e collegati all’anagrafica da Chiara Chittofrati.