ARTICOLO - 103 anni fa: il coinvolgimento dell'Italia nel conflitto

24/05/2018 - Articolo - Roma

All’alba del 24 maggio 1915 l’esercito italiano, formato da 1.058.000 soldati di truppa e 31.000 ufficiali, sotto il comando del Generale Luigi Cadorna, varcava la frontiera sul fiume Isonzo, iniziando le ostilità contro l’esercito austro-ungarico. A distanza di quasi dieci mesi dall’inizio del conflitto, dunque, anche l’Italia faceva il proprio ingresso nella Grande Guerra. Il governo italiano con la precedente firma del patto di Londra, il 26 aprile, legava il proprio destino a quello delle potenze della Triplice Intesa, in cambio della promessa di ricevere, dopo la vittoria, Trieste, Gorizia, il Trentino, parte dell’Istria e del Tirolo fino al Brennero, alcune isole adriatiche e il protettorato sull’Albania.

 

Per il 103esimo anniversario dell’intervento militare italiano nel conflitto vogliamo segnalarvi del materiale presente all’interno del portale 14-18. Innanzitutto alcune fotografie scattate a Roma il 24 maggio 1918, esattamente un secolo fa, nelle quali sono immortalate le celebrazioni svolte in occasione del terzo anniversario della dichiarazione di guerra.

 

Se si vogliono approfondire invece le origini del conflitto dal punto di vista diplomatico  è possibile consultare: un interessante studio sulla genesi della prima guerra mondiale che uno dei maestri della sociologia novecentesca, Emile Durkheim scrisse a quattro mani con Ernest Denis, intitolato “Chi ha voluto la guerra? L’origine della guerra secondo i documenti diplomatici”; il libro verde contenente interessanti “Documenti diplomatici relativi al conflitto fra l’Italia e l’Austria-Ungheria, presentati al Parlamento italiano nella seduta del 20 maggio 1915”, tra cui figurano anche la risposta del governo austriaco alla denuncia del Trattato della Triplice alleanza, la replica italiana, il testo della dichiarazione di guerra e la nota circolare dell’Italia alle potenze.

 

Nelle settimane e nei mesi precedenti l’entrata in guerra dell’Italia, mentre, con il consenso del re Vittorio Emanuele III, il Presidente del Consiglio Antonio Salandra e Ministro degli Esteri Sidney Sonnino trattavano per l’intervento dell’Italia all’insaputa dei membri del governo, del Parlamento e dei comandi militari, nelle piazze del paese si svolgevano manifestazioni e violenti scontri tra i fautori dell’intervento militare e i sostenitori della neutralità.

 

Gli interventisti e i neutralisti formavano schieramenti assai eterogenei per il diverso atteggiamento che avevano riguardo al conflitto.  Tra i fautori della neutralità figuravano: Giovanni Giolitti, il più autorevole esponente della classe dirigente liberale, il partito socialista, i cattolici, alcuni uomini di cultura e la maggioranza della popolazione. Nelle file degli interventisti militavano, invece, gli irredentisti, come il trentino Cesare Battisti, gli anarchici, molti intellettuali e artisti affiliati a movimenti culturali di avanguardia, esponenti democratici come Leonida Bissolati e Gaetano Salvemini, il direttore del "Corriere della Sera" Luigi Albertini e Benito Mussolini, direttore dell’”Avanti!”.

 

Sulla propaganda e sullo scontro dialettico tra questi due principali schieramenti, che continuarono ad essere attivi ed operanti anche dopo il maggio 1915, il portale conserva documenti, opuscoli, volantini. Un periodico neutralista abbastanza attivo tra il 1914 e il 1915 fu “Contro la Guerra: Giornale neutralista, eclettico, settimanale”; mentre per quel che riguarda il versante interventista sono presenti nel portale diversi periodici: “Guerra alla guerra!: quindicinale interventista”, “La Guerra: giornale interventista”, “La Guerra del popolo: Foglio interventista, rivoluzionario”, “La Guerra sociale: settimanale, anarchico, interventista” e “L’unità d’Italia: organo del Comitato nazionale femminile per l’intervento italiano”.

 

 

La grande cerimonia allo Augusteo 24/5/1918 per la comm.ne del 3° anniversario della dichiarazione di guerra dell'Italia