NOTIZIA - La "Serie fotografica documentaria sulla guerra italo-austriaca" di Luigi Marzocchi
01/04/2018 - Notizia - Roma
Il portale 14-18 Documenti e immagini della Grande Guerra incrementa il proprio archivio digitale con la preziosa “Serie fotografica documentaria sulla guerra italo-austriaca” di Luigi Marzocchi, conservata presso il Museo della Battaglia di Vittorio Veneto. Gli undici album che compongono la collezione furono donati al Museo della Battaglia dalla figlia di Luigi Marzocchi, Maria Emma, nel 1987.
Nato a Molinella (Bo) nel 1888, Luigi Marzocchi, in qualità di Ufficiale responsabile del Reparto Fotografico del Comando Supremo, curò negli anni della Grande Guerra gran parte delle riprese e della documentazione originale proveniente dalle zone dei combattimenti. Svolse con passione e intraprendenza una quotidiana e frenetica attività di documentazione fotografica lungo le linee del fronte. Alla fine del conflitto, Marzocchi fondò a Milano la società “La Stereoscopica”, con il Conte Revedin e Valerio Lazzaroni, con lo scopo di promuovere la diffusione di immagini stereoscopiche con soggetti militari. Il progetto però naufragò dopo poco tempo, nonostante l’impegno dimostrato nella produzione di cataloghi e di apparecchi all’avanguardia che servivano a visionare le immagini.
Le fotografie della collezione Marzocchi sono numerate progressivamente e corredate da apposite didascalie, che documentano in maniera vivida vari aspetti del conflitto italo-austriaco, in un arco cronologico che si estende dall’ottobre 1917 fino ad arrivare al dicembre 1918. Nel loro insieme forniscono un dettagliato racconto fotografico della guerra sul fronte italiano.
I momenti salienti in quell’ultimo anno del conflitto furono senza alcun dubbio le tre battaglie del Piave. La prima, conosciuta come “battaglia d’arresto”, si svolse sul nuovo fronte del Piave, dal 10 novembre al 27 dicembre 1917. Le foto scattate da Marzocchi documentano alcuni aspetti della drammatica ritirata dell’esercito italiano, ma in esse non vi è spazio per la rassegnazione, per il disfattismo e neanche per la morte. Alcune immagini relative a questa battaglia, ritraggono sia caduti italiani, che austriaci. A tale proposito va notato un particolare: per fini propagandistici i caduti italiani vengono immortalati coperti, a differenza degli austriaci, fotografati in maniera nuda e cruda in quanto l’uccisione del nemico doveva essere vista come un atto eroico.
Nel mese di giugno del 1918 si svolse la “battaglia del Solstizio”; tra il 15 e il 23 di quel mese gli austriaci scatenarono un consistente attacco con l’obiettivo di sfondare la linea del Piave. Dalla foto 1146, inserita nel quarto album della collezione, il fotografo inizia a documentare questa offensiva e i soggetti immortalati sono diversi: si va dai soldati italiani feriti o ritratti nelle trincee durante i momenti di riposo, ai prigionieri nemici fotografati in gran quantità per fini propagandistici. Molti scatti sono dedicati al reparto degli arditi che si era costituito all’inizio del 1917 e che fu oggetto, dopo Caporetto, di una profonda riorganizzazione. Una breve serie di foto, invece, tocca il tema dell’aviazione con l’abbattimento di un velivolo nemico e la cattura del suo pilota.
La terza battaglia del Piave, meglio nota come “battaglia di Vittorio Veneto”, fu lo scontro decisivo che portò alla conquista italiana di Trento e Trieste e alla fine delle operazioni militari. Questa offensiva italiana trova spazio nella collezione di Marzocchi a partire dalla foto 2865 dell’album dieci. Gli attacchi del Regio Esercito vengono celebrati da scatti che immortalano distruzioni e cadaveri dei nemici. Un tema prevalente, anche in questo caso, è quello dei prigionieri: molti soldati dell’esercito austro-ungarico o si consegnano di propria volontà ai soldati italiani o vengono catturati dalla popolazione civile.
(Fonte: Il primo conflitto mondiale nelle fotografie di Luigi Marzocchi, di Alex Da Frè)